Cos’è Resto al Sud?
Il programma di finanziamento Resto al Sud è promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e gestito da Invitalia, e incentiva la nascita di nuove imprese nel Sud e nel Centro Italia. I fondi disponibili ammontano oggi a più di 450 milioni di euro per i quali non sono previste scadenze: chi rientra nei criteri che andremo a spiegare in questo articolo può richiedere i fondi e le domande verranno valutate in base all’ordine cronologico di ricezione.
Chi può inviare domanda?
Possono inviare domanda per ricevere i fondi le imprese individuali e società di persone o di capitali, incluse le società cooperative e le attività libero-professionali, costituite dopo il 21/06/2017 o costituende, con sede operativa:
- in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia;
- nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria);
- nei territori delle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.
Le imprese devono essere costituite da persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni, che devono mantenere la residenza nel luogo del progetto e non avere un lavoro a tempo indeterminato. Mentre non ci sono limiti di età per gli individui che costituiscono imprese all’interno di uno dei 24 Comuni del cratere sismico del Centro Italia, nei quali più del 50% degli edifici è stato dichiarato inagibile.
Sono escluse le attività economiche appartenenti alle seguenti Sezioni della classificazione Ateco 2007: A, L (ad eccezione della classe 68.20), O, T, U.
Quali sono le attività finanziate?
La misura Resto al Sud finanzia la nascita, il rilancio e lo sviluppo di attività imprenditoriali e libero professionali nelle aree del Paese precedentemente menzionate.
Sono ammessi progetti riferiti alle seguenti attività economiche:
- attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
- turismo;
- commercio all’ingrosso e al dettaglio;
- attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).
Le spese ammissibili sono:
- ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
- macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
- programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
- spese di gestione (capitale circolante: materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative), fino a un massimo 20% del programma di spesa.
Sono ammesse spese sostenute solo dopo la presentazione della domanda e la realizzazione del progetto deve essere completata entro 24 mesi.
A quanto ammonta il contributo?
I contributi, in conto capitale e in conto interessi, sono concessi in Regime De Minimis.
Il programma di spesa massimo è calcolato sulla base del numero di soci con requisiti inseriti nella compagine societaria, come segue:
- 60.000 euro: imprese in forma individuale localizzate nel Mezzogiorno;
- 50.000 euro: imprese in forma individuale localizzate in tutte le altre zone;
- 50.000 euro*n. soci dell’impresa richiedente (max 4) = max 200.000 euro.
Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così composte:
- 50% di contributo a fondo perduto;
- 50% di finanziamento bancario da attivare con uno degli istituti di credito convenzionati;
- L’agevolazione, in ESL, consiste nel fatto che gli interessi rimangono interamente a carico di Invitalia (contributo in conto interessi) e il finanziamento può essere garantito fino all’80% dal Fondo di Garanzia per le PMI.
Il finanziamento deve essere rimborsato entro 8 anni dall’erogazione, di cui i primi 2 anni di pre-ammortamento.
In base al Decreto Rilancio, per sostenere le imprese nel rilancio post-pandemia, a tutti i beneficiari di Resto al Sud, al termine della realizzazione degli investimenti, nel SAL a saldo è riconosciuto un ulteriore contributo a fondo perduto “liquidità” pari a:
- 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali in forma individuale;
- 10.000 euro a socio * max 4 soci = massimo 40.000 euro per le società.
Per le attività nel settore della pesca e dell’acquacoltura l’importo complessivo degli aiuti “de minimis” non può superare 30.000 euro.
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