Un’opportunità per l’imprenditoria femminile nel Lazio
Nel quadro delle politiche europee e regionali a sostegno dell’uguaglianza di genere, la Regione Lazio ha attivato il bando “Donne e impresa”, finanziato attraverso il Programma FESR Lazio 2021-2027.
L’iniziativa, con una dotazione complessiva di 3 milioni di euro, è rivolta al sostegno e alla crescita delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) femminili attive sul territorio regionale.
Le imprese interessate possono richiedere un contributo a fondo perduto fino a 100.000 euro, presentando la domanda entro il 3 giugno 2025. La selezione avverrà tramite valutazione a graduatoria.
Cosa si intende per impresa femminile?
Ai fini del bando, sono considerate imprese femminili:
- la lavoratrice autonoma donna;
- l’impresa individuale la cui titolare è una donna;
- la società cooperativa, la società di persone o lo studio associato in cui almeno il 60% dei soci o associati è costituito da donne;
- la società di capitali in cui:
- almeno due terzi delle quote di partecipazione sono posseduti da donne o da altre imprese femminili;
- e almeno due terzi dei componenti degli organi di amministrazione sono donne.
Per accedere al contributo, le imprese devono disporre, al momento della firma dell’Atto di impegno, di un valido contratto assicurativo a copertura di danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali.
Non possono partecipare al bando le imprese il cui codice ATECO principale rientra nelle sezioni K (attività finanziarie e assicurative) e L (attività immobiliari).
Quali sono le attività finanziate?
Sono finanziati i progetti a sostegno dello sviluppo di nuove MPMI femminili e dell’ampliamento, della ristrutturazione o dell’ammodernamento di quelle già esistenti.
Le spese ammissibili per accedere al contributo sono suddivise in tre categorie principali:
A. Investimenti materiali e immateriali
- Investimenti materiali per diritti di brevetto industriali e commerciali e altri beni strumentali all’attività d’impresa;
- Investimenti immateriali per diritti di brevetto industriale, diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, concessioni, licenze, marchi e diritti simili;
- Canoni per nuovi software, infrastrutture o piattaforme ICT acquisiti in modalità “as a service” (SaaS, IaaS, PaaS);
- Investimenti materiali per lavori di adeguamento strutturale dei locali adibiti a sede operativa (massimo 20% della somma delle voci 1, 2 e 3);
- Spese per servizi qualificati e strategici, aventi carattere una tantum, come quelli relativi a promozione e pubblicità, certificazioni di processo o di prodotto, e per l’adozione di nuove soluzioni digitali, commerciali, tecnologiche, legali e finanziarie (massimo 20% della somma delle voci 1, 2 e 3).
B. Costi del personale
I costi del personale sono ammissibili nella misura forfettaria del 15% della somma delle spese della categoria A.
C. Costi generali, amministrativi e indiretti
I costi generali, amministrativi e indiretti sono ammissibili nella misura forfettaria del 5% della somma delle spese della categoria A.
Fino a 100.000 euro di contributo a fondo perduto per ogni MPMI femminile
Il bando prevede un contributo a fondo perduto che può arrivare fino a 100.000 euro per ciascuna micro, piccola o media impresa (MPMI) femminile. Il contributo viene concesso in base a una percentuale delle spese ammissibili, che deve essere compresa tra il 30% e il 60%.
Le imprese che richiedono una percentuale di contributo inferiore al 60% possono ottenere un punteggio maggiore nella graduatoria di valutazione.
La spesa minima ammissibile per accedere al bando è di 30.000 euro.
Il contributo è concesso nel Regime De Minimis, ed è cumulabile con altri aiuti concessi sempre sotto il medesimo regime, nonché con gli aiuti concessi in Regime di Esenzione e con finanziamenti pubblici, anche sotto forma di agevolazioni fiscali.
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