Uno strumento per sostenere investimenti, occupazione e innovazione
È operativa la linea per l’IRES premiale 2025, una misura fiscale introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 che prevede la riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20% per il periodo d’imposta 2025, a condizione che siano rispettati specifici requisiti.
Per capire meglio la portata dell’incentivo, ne abbiamo parlato con Michele Sivilli, Project Manager dell’area Tutor di Innova Finance, che ci ha spiegato perché l’IRES premiale potrebbe fare la differenza per molte aziende.
Dal punto di vista operativo, la riduzione dell’IRES può generare un risparmio fiscale significativo, soprattutto per le imprese di medie e grandi dimensioni. Tuttavia, l’effettiva diffusione dello strumento dipenderà dalla capacità delle aziende, in particolare di quelle di minori dimensioni, di sostenere gli investimenti richiesti. In questo senso, l’IRES premiale va interpretata non solo come un incentivo fiscale, ma come un’opportunità di pianificazione strategica, volta a consolidare i livelli occupazionali e a stimolare la modernizzazione dei processi produttivi.
Chi sono i beneficiari dell’IRES premiale?
L’agevolazione si rivolge principalmente a società di capitali, cooperative, enti commerciali e stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Sono esclusi, invece, i soggetti che adottano regimi semplificati, quelli che chiudono il bilancio 2024 in perdita, nonché le imprese in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali.
La misura incentiva l’acquisto di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, a condizione che siano mantenuti i livelli occupazionali medi del triennio precedente e che vengano effettuate nuove assunzioni.
L’IRES premiale può essere applicata se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:
- Accantonamento degli utili e investimenti qualificati: è necessario destinare almeno l’80% dell’utile 2024 a un’apposita riserva, reinvestendone una parte significativa – non inferiore al 30% – in beni strumentali tecnologicamente avanzati, riconducibili ai programmi Transizione 4.0 e 5.0.
- Incremento occupazionale: è richiesto il mantenimento del numero medio di unità lavorative del triennio precedente e un incremento del personale a tempo indeterminato di almeno l’1%.
Michele Sivilli commenta così:
Questi vincoli evidenziano la volontà del legislatore di premiare non soltanto la crescita economica, ma anche la capacità delle imprese di contribuire al progresso tecnologico e alla sostenibilità energetica. La misura, infatti, si inserisce in un quadro più ampio di politiche industriali che mirano a rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, orientandolo verso digitalizzazione, efficienza e innovazione.
Sottolinea inoltre le diverse implicazioni dell’IRES premiale per le imprese di dimensioni differenti:
Per le aziende di medie e grandi dimensioni, infatti, la riduzione dell’aliquota può tradursi in un vantaggio immediato di notevole entità. Per le realtà più piccole, invece, rappresenta un’opportunità da valutare con attenzione: pur richiedendo uno sforzo iniziale, gli investimenti richiesti aprono la strada a una maggiore competitività, sia in termini di produttività che di posizionamento sul mercato.
Cumulabilità
L’IRES premiale può essere combinata con altre agevolazioni che riguardino gli stessi costi eleggibili. In pratica, il risparmio fiscale derivante dalla riduzione dell’aliquota IRES non può superare il costo effettivamente sostenuto dall’impresa per l’investimento, una volta sottratti eventuali altri contributi o crediti d’imposta.
Si calcola il costo dell’investimento e da questo si sottraggono tutti gli altri contributi o crediti d’imposta ricevuti per il bene. Il risultato costituisce il “costo netto” rimasto a carico dell’impresa. Il risparmio derivante dall’applicazione dell’aliquota IRES al 20% non potrà superare questa cifra.
Oltre alla possibilità di cumulare l’incentivo con altre misure, come i crediti d’imposta per la Transizione 4.0 e 5.0, Sivilli tra i vantaggi dell’IRES premiale evidenzia:
- Trasforma una parte degli utili in capitale protetto, orientato all’innovazione e alla crescita.
- Favorisce la patrimonializzazione aziendale, riducendo le distribuzioni e incrementando gli investimenti.
- Rappresenta un segnale politico, mostrando come lo Stato sostenga l’economia reale e non solo la mera redistribuzione o evasione.
Per quanto riguarda i potenziali rischi e criticità, Sivilli sottolinea:
- Vincolo dell’80% di accantonamento: riduce la liquidità dell’impresa, sacrificando i dividendi agli azionisti.
- Perdita del beneficio in caso di inadempienze: se un requisito non viene rispettato (distribuzione anticipata, riduzione occupazionale, cessione prematura dei beni), l’incentivo si annulla e si applica nuovamente l’aliquota IRES ordinaria, con recupero degli importi.
- Complessità tecnica: definizione dei beni 4.0/5.0, modalità di interconnessione e certificazioni possono risultare difficili da rispettare.
- Possibili conflitti con altri incentivi o norme fiscali correlate: è necessaria una pianificazione fiscale attenta.
L’IRES premiale rappresenta una misura coerente con le esigenze di un’economia che deve affrontare sfide complesse e che necessita di strumenti per accompagnare la trasformazione industriale. La riduzione temporanea dell’imposta, legata a precisi impegni in termini di investimenti e occupazione, appare dunque come un incentivo equilibrato, capace di coniugare vantaggio fiscale e sviluppo sostenibile.
Per avere maggiori informazioni sull’IRES premiale, richiedi una consulenza ad hoc compilando il modulo di contatto in fondo alla pagina
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