Il 7 settembre 2023 il Consiglio dei Ministri si è riunito per discutere l’adozione di “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”. La bozza di testo del Decreto ha suscitato particolare interesse tra le imprese, soprattutto per le misure che il Governo intende attuare per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno, al fine di renderle più idonee allo sviluppo e alla crescita dimensionale del sistema produttivo.
Il 19 settembre 2023 il Decreto Legge, ormai conosciuto come “Decreto ZES Sud” è arrivato in Gazzetta Ufficiale come DL 124/2023. Alice Sartori, Senior Consultant dell’Ufficio Studi di Innova Finance, ha risposto ad alcune domande per fare chiarezza e approfondire l’argomento.
Cos’è una ZES?
Per Zona economica speciale (ZES) si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative – e di quelle che si insedieranno – può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.
Qual è la normativa attuale che disciplina le ZES?
La norma di riferimento è il DL 91/2017 che, nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione di Zone Economiche Speciali (ZES) all’interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento potessero beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. Con il DPCM 25 gennaio 2018 è stato poi adottato il Regolamento recante l’istituzione di Zone Economiche Speciali.
Attualmente, le ZES attive in Italia sono otto: ZES Abruzzo, ZES Calabria, ZES Campania, ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, ZES Adriatica Interregionale Puglia-Molise, ZES Sicilia Orientale, ZES Sicilia Occidentale, ZES Sardegna.
Il perimetro territoriale di ogni ZES è definito attraverso la pubblicazione dell’elenco dei Comuni inclusi nella ZES, distinti in porzioni incluse integralmente o parzialmente (solo alcune particelle) nella ZES stessa.
Ogni ZES inoltre è dotata di un Atto costitutivo e di un Piano di Sviluppo Strategico ed è governata da un Commissario straordinario del Governo.
L’articolo 5 comma 2 del DL 91/2017 e s.m.i. ha esteso l’applicabilità del “Credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno” (L. 208/2015 Art. 1 commi 98 e ss.) alle imprese che effettuano investimenti nelle ZES e tale credito è stato prorogato di anno in anno: la normativa vigente, di cui potete leggere dettagli nell’articolo CREDITO DI IMPOSTA MEZZOGIORNO-ZES-ZLS, prevede che le imprese possano beneficiare del “Credito di imposta ZES” fino al 31/12/2023.
Qual è la principale novità introdotta dal DL 124/2023?
L’istituzione di una “Zona economica speciale Sud – ZES UNICA” che andrà a sostituire le attuali otto ZES vigenti: la novità è riportata all’art. 9 del Decreto (CAPO III), dove viene stabilito che questa nuova ZES UNICA esiterà dal 1° gennaio 2024 e comprenderà integralmente le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise, nonché le zone assistite dell’Abruzzo individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
Come sarà organizzata la nuova ZES UNICA SUD?
Il Governo intende introdurre un nuovo sistema di governance della ZES UNICA: esisterà una Cabina di regia “politica”, alla quale saranno attribuite funzioni di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio della ZES unica; la parte operativa sarà invece svolta dalla “Struttura di missione per la ZES”, alle dirette dipendenze del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. La Struttura di missione, attraverso un Piano strategico triennale, dovrà fornire supporto all’Autorità politica delegata in materia di ZES. Per lo svolgimento delle sue attività la Struttura di missione ZES potrà avvalersi del supporto di INVITALIA S.P.A.
L’organizzazione effettiva della Struttura di missione ZES e le competenze dei suoi uffici saranno definiti entro il 20 novembre 2023. Entro la stessa data sarà definito quando dovranno essere trasferite alla Struttura di missione ZES le funzioni già di titolarità dei Commissari straordinari del Governo, che ad oggi hanno il compito di presiedere il comitato di indirizzo delle otto ZES vigenti.
Quali semplificazioni per una impresa che sceglie la ZES UNICA SUD?
Tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nei territori ricompresi nella ZES saranno riportate in unico portale web, dal quale le imprese potranno accedere anche allo Sportello Unico Digitale “S.U.D. ZES” con funzioni di Sportello unico per le attività produttive (SUAP).
All’interno dell’area ZES, le aziende già operative e quelle che si insedieranno potranno beneficiare di un’autorizzazione unica, sostitutiva di tutti i titoli abilitativi e autorizzatori necessari alla localizzazione, all’insediamento, alla realizzazione, alla messa in esercizio, alla trasformazione, alla ristrutturazione, alla riconversione, all’ampliamento o al trasferimento, nonché alla cessazione o alla riattivazione delle attività economiche, industriali, produttive e logistiche.
Quali agevolazioni per una impresa che sceglie la ZES UNICA SUD?
L’articolo 16 del Decreto stabilisce che le imprese di qualsiasi dimensioni, nel momento in cui effettuano l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive localizzate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e nelle zone assistite dell’Abruzzo (individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027), possono richiedere un credito di imposta su questi investimenti, a patto che facciano parte di un progetto di investimento iniziale.
Questo credito di imposta andrà a dare continuità all’agevolazione credito d’imposta ZES attualmente vigente.
Secondo la nuova normativa, gli investimenti agevolati dovranno prevedere una soglia minima di spesa pari a 200.000 euro e un limite massimo di spesa, per ciascun progetto d’investimento, pari a 100 milioni di euro.
Il credito potrà essere calcolato sugli investimenti realizzati dal’01/01/2024 al 15/11/2024, riferiti – anche mediante contratti di locazione finanziaria – a:
- Acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio;
- Acquisto di terreni;
- Acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.
Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.
Quanto vale il credito di imposta ZES UNICA SUD e come si usa?
Il credito di imposta sarà concesso nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, che può essere così sintetizzata:
Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027: intensità massime di aiuto applicabili agli aiuti a finalità regionale
Piccole Imprese (< 50 milioni di euro di investimenti) | Medie Imprese (< 50 milioni di euro di investimenti) | PMI (> 50 milioni di euro di investimenti) Grandi Imprese (ogni tipo di progetto) | |
---|---|---|---|
Campania | 60% | 50% | 40% |
Puglia | 60% | 50% | 40% |
Basilicata | 50% | 40% | 30% |
Calabria | 60% | 50% | 40% |
Sicilia | 60% | 50% | 40% |
Sardegna | 50% | 40% | 30% |
Molise | 50% | 40% | 30% |
Abruzzo | 35% | 25% | 15% |
Il credito d’imposta sarà concesso in regime “di esenzione” (Reg. UE 651/2014) e sarà cumulabile con altri aiuti concessi in regime “de minimis” e con altri aiuti di Stato, a condizione che il cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento. Alle imprese del settore primario e a quelle attive nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, le agevolazioni saranno concesse alle condizioni in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico.
Il credito di imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione e dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.
Cosa accade da ora al 31/12/2023?
Entro il 30/12/2023 il Governo dovrà definire in dettaglio i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta.
Entro la stessa data dovrà definire le risorse complessive disponibili per questa misura: nella prima bozza di Decreto si faceva infatti riferimento a una dotazione di circa 4,5 miliardi di euro, da impegnare sul triennio 2024-2025-2026. Attualmente però l’agevolazione sembra riferita al solo 2024 e le risorse annuali non sono assegnate.
Cosa devono fare le imprese che stanno usando il CREDITO DI IMPOSTA ZES?
Le imprese beneficiare del credito d’imposta ZES restano obbligate ad osservare le condizioni previste dalla normativa vigente fino al 31/12/2023.
Per maggiori dettagli sull’agevolazione vigente vi rimandiamo al nostro articolo CREDITO DI IMPOSTA MEZZOGIORNO-ZES-ZLS.
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