Di seguito riportiamo il testo dell’articolo pubblicato da Confindustria Emilia Area Centro riguardo alla certificazione parità di genere in Innova Finance. L’Azienda ha recentemente concluso il percorso per l’ottenimento della Certificazione, un importante punto di partenza per il futuro.
Negli ultimi anni, nell’ambito della promozione dei diritti e delle libertà fondamentali, è stata posta particolare attenzione agli interventi a sostegno del principio della parità di genere in tutte le sue forme e attività. Le Nazioni Unite, ad esempio, hanno indicato la Gender Equality come quinto dei diciassette obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Infatti, anche se a livello internazionale ci sono stati significativi progressi nella parità di genere e nell’emancipazione del genere femminile, attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in ogni parte del mondo ci sono ancora molte donne e ragazze che continuano a subire discriminazioni e violenze.
La parità di genere è un traguardo a cui tendere: non solo perché è un diritto umano fondamentale ma anche perché è necessario garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership a ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica. Urge pertanto l’adozione di una legislazione per la promozione della parità di genere. L’emancipazione di tutte le donne promuoverà economie sostenibili di cui potranno beneficiare tutte le società e l’umanità intera.
L’Unione Europea negli ultimi decenni ha lavorato su norme e misure specifiche a favore delle donne, riuscendo ad aumentare il loro numero nel mercato del lavoro e favorendo progressi nell’acquisizione di una migliore istruzione e formazione. Persistono, tuttavia, disparità significative: ad esempio, nel mercato del lavoro le donne continuano a essere sovra rappresentate nei settori peggio retribuiti e sottorappresentate nelle posizioni apicali. In particolare l’UE ha promosso una nuova Strategia Europea per la Parità di Genere 2020-2025, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici e affrontare il problema del divario retributivo (trasparenza salariale) e pensionistico.
Inoltre, l’UE ha scelto di integrare la dimensione di genere in tutte le politiche e in tutti i programmi di finanziamento comunitari (c.d. “gender mainstreaming”). Con l’arrivo del nuovo Programma per la Ricerca e l’Innovazione Horizon Europe 2021-2027, l’Unione Europea ha reso obbligatorio per alcune categorie di soggetti giuridici la predisposizione di un Piano per l’uguaglianza di genere (GEP – Gender Equality Plan) o di una strategia equivalente per poter beneficiare delle agevolazioni pubbliche. Dal 2022 possedere un GEP è un “criterio di ammissibilità” obbligatorio per tutti gli enti pubblici, gli istituti di istruzione superiore e le organizzazioni di ricerca per partecipare alle call di Horizon Europe; l’obbligo potrebbe poi essere esteso anche alle imprese private che si presentano in qualità di partner di progetto.
Contesto normativo nazionale
L’Italia ha una Strategia per la Parità di Genere inserita tra gli interventi previsti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR, missione 5: Coesione e inclusione) e della riforma del Family Act (in attesa di approvazione alla Camera). In particolare, la centralità delle azioni relative al superamento delle disparità di genere viene ribadita nel PNRR per rilanciare lo sviluppo nazionale in seguito alla pandemia. Il Piano infatti individua la Parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le sei missioni che lo compongono. Concretamente, le misure previste dal PNRR in favore della parità di genere sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, attraverso interventi diretti di sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile e interventi indiretti o abilitanti, rivolti al potenziamento dei servizi educativi per i bambini e di alcuni servizi sociali per favorire l’aumento dell’occupazione femminile. La questione della parità di genere è divenuta ancor più rilevante nel periodo dell’emergenza pandemica, che ha comportato l’aggravarsi della situazione discriminatoria nei confronti del genere femminile sia nel campo lavorativo — il 70% dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020 è costituito da donne — che in quello sociale, con un incremento significativo delle violenze in ambito domestico. In Italia con la legge di bilancio 2022 e la legge n. 162/2021 è stato istituito il sistema di certificazione della parità di genere con l’obiettivo di garantire una maggiore qualità del lavoro femminile e ridurre il gender pay gap, ovvero la differenza di retribuzione tra i salari maschili e femminili. La certificazione serve ad attestare le politiche e le misure concrete adottate nelle aziende al fine di ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita, alla parità salariale o parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.
Articoli correlati
FAQs: domande e risposte sul Bando Isi INAIL
Una serie di domande comuni in relazione al Bando Isi INAIL con le relative risposte.
Il Fondo Starter è stato creato per sostenere la nuova imprenditorialità ed è dedicato alle piccole imprese.