Il bando transizione digitale PMI
La Giunta della Regione Emilia-Romagna ha approvato, sulla base del Regolamento (UE) 2021/1060 che contiene le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e al Fondo sociale europeo Plus (FSEP), il calendario degli inviti a presentare proposte per il periodo giugno-novembre 2022.
Il calendario verrà aggiornato almeno tre volte all’anno, così da garantire ai potenziali beneficiari informazioni sempre aggiornate e tempestive circa la programmazione delle attività che li riguardano.
Il primo bando pubblicato è quello per il sostegno alla transizione digitale, che prevede lo stanziamento di 25 milioni di euro, provenienti dal FESR 2021-2027, e riservato alle PMI del territorio emiliano-romagnolo.
Una misura che supporta la digitalizzazione delle PMI del territorio
La misura ha l’obiettivo di accrescere la competitività delle imprese a livello nazionale e internazionale, supportandone la digitalizzazione. La Regione vuole quindi favorire la transizione digitale delle aziende dell’Emilia-Romagna permettendo loro di realizzare progetti innovativi che considerino non solo gli impatti economici delle proprie attività, ma anche a quelli ambientali e sociali.
Vediamo nel dettaglio la misura, cosa finanzia e chi può fare domanda.
Lo sportello prevede due aperture in base alle tempistiche di realizzazione del progetto presentato:
- dalle ore 10 del 13/09/2022 al 20/09/2022 è possibile presentare domande relative a progetti che prevedono la realizzazione di almeno il 20% della spesa entro la fine del 2022;
- dalle ore 10 del 21/09/2022 al 20/10/2022 si possono presentare le domande relative ai progetti per i quali non è prevista la realizzazione di almeno il 20% della spesa entro il 2022.
La misura è aperta a micro, piccole e medie imprese regolarmente costituite, di qualunque forma giuridica e operanti in tutti i settori con unità locale o sede operativa in Emilia-Romagna. Fanno eccezione le imprese dei settori della pesca, dell’acquacoltura e della produzione primaria di prodotti agricoli. Anche le imprese inattive possono fare domanda, purché al momento della rendicontazione siano attive.
Quali attività finanzia la misura?
La misura finanzia interventi finalizzati alla transizione ecologica e digitale dei processi produttivi e organizzativi aziendali e dei prodotti. In particolare, l’implementazione di soluzioni digitali nelle catene di fornitura, vendita ed e-commerce, distribuzione di beni e logistica, nei processi di erogazione dei servizi, nei sistemi di comunicazione e di marketing.
I progetti potranno essere realizzati per:
- implementare soluzioni tecnologiche digitali nei processi interni all’impresa;
- implementare soluzioni tecnologiche di filiera.
Gli interventi potranno riguardare sia digitalizzazione base, come l’implementazione di tecnologie volte all’ottimizzazione di funzioni aziendali, oppure digitalizzazione avanzata, ad esempio l’introduzione di almeno una delle 9 tecnologie abilitanti previste dal piano nazionale impresa 4.0, internet of things o cloud computing.
Le spese ammissibili sono le seguenti:
- strumenti, attrezzature, macchinari, hardware, software e servizi erogati nella soluzione cloud computing e SAAS. Queste spese sono obbligatorie;
- piccoli interventi edili, murari e di arredo strettamente collegati e funzionali all’installazione di strumenti, macchinari e attrezzature;
- consulenze specialistiche legate all’implementazione dei processi oggetto di intervento;
- costi generali per la definizione e gestione del progetto, compresa la formazione del personale necessaria in seguito all’implementazione delle nuove tecnologie.
I progetti possono essere avviati a partire dal 01/07/2022 e dovranno concludersi entro il 31/12/2023 e la rendicontazione deve essere presentata entro il 28/02/2024.
L’agevolazione non è cumulabile, per le stesse spese e per i medesimi titoli di spesa, con altri provvedimenti che si qualificano come aiuti di stato o che sono concessi in Regime De Minimis. È prevista, invece, la cumulabilità con altre agevolazioni pubbliche che non costituiscono aiuti di stato.
Il contributo erogato è pari al 40% delle spese ammissibili per un importo massimo di 150.000 €. L’investimento minimo è pari a 20.000 €.
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