La Transizione 5.0: panorama attuale
Il Governo italiano lo scorso 30 ottobre ha presentato alle Camere il disegno di legge di “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026” e dal 14 novembre l’esame del testo è allo studio della Commissione Bilancio.
La discussione, che dovrà terminare con voto di approvazione entro il 31 dicembre 2023, dovrebbe comprendere anche maggiori dettagli sul nuovo piano Transizione 5.0, che di fatto amplia l’orizzonte dell’attuale piano Transizione 4.0, aggiungendo risorse dedicate a questa misura laddove le progettualità saranno centrate sulla sostenibilità ambientale.
Nel corso di questo articolo andremo a vedere quali sono le informazioni delle quali siamo già a conoscenza e cosa ci aspetta in termini di tempistiche, aliquote e modalità di fruizione.
Il paradigma Transizione 5.0
In attesa dell’approvazione della nuova legge di bilancio italiana, il panorama sembra già delinearsi verso una rivoluzione digitale e soprattutto verde, che punti a rafforzare l’industria italiana e a posizionarla all’avanguardia nelle sfide dell’Industria 5.0.
Il cambio di numerazione del Piano Transizione da 4.0 a 5.0 può sembrare casuale, ma in realtà rappresenta l’evoluzione verso un modello industriale più sostenibile e centrato sull’essere umano.
In pratica, Transizione 5.0 abbraccia i principi dell’Industria 5.0, con un focus su resilienza, “umanocentrismo” e sostenibilità. In un certo senso, il concetto di Transizione 5.0 diviene sinonimo dell’avvicinamento tra transizione digitale e green.
Il nuovo piano rappresenta quindi un’espansione della Transizione 4.0, aggiungendovi una componente cruciale: la sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di agevolare la revisione dei processi produttivi delle imprese in ottica green grazie alle tecnologie digitali.
Il futuro dei crediti di imposta beni 4.0
Nel mondo della finanza agevolata, il concetto di Transizione 5.0 è già sinonimo di proroga dei crediti di imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali con caratteristiche 4.0.
Tale evoluzione del Piano dovrebbe prevedere, da un lato, la conferma delle aliquote attuali fino al 2025 per gli investimenti in beni strumentali 4.0; dall’altro, premialità per gli investimenti che, oltre a rispondere ai requisiti previsti dalla normativa per i beni 4.0, dimostreranno di rientrare all’interno di una progettualità in ottica green dai benefici ambientali tangibili.
Dal 2024 le premialità per i progetti green potrebbero arrivare al raddoppio delle aliquote di agevolazione applicabili, in base al seguente schema:
- 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro;
- 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro (o 30 milioni di euro).
Sarebbe allo studio anche l’ipotesi di introdurre una seconda premialità per gli investimenti che dimostrino di portare benefici a livello sovra-aziendale, cioè estesi alla filiera.
La certificazione preventiva delle caratteristiche “green” dell’investimento sarà facoltativa, mantenendo l’automatismo della misura.
Origini e tempistica del finanziamento
La copertura finanziaria per il nuovo piano Transizione 5.0 sembra sempre più probabile che proverrà da una fonte europea: il piano RePowerEU, progettato come strumento dell’Unione Europea per rafforzare l’autonomia energetica dell’UE e porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi.
Infatti ad agosto 2023 l’Italia ha inviato formale proposta alla Commissione Europea per integrare le risorse del Piano RePowerEU con il PNRR, indicando la cifra di 4,04 miliardi di euro da destinare al finanziamento del nuovo “Piano Transizione 5.0.
Raffaele Spallone, dirigente del MIMIt, ha anticipato che le trattative tra il Governo e la Commissione UE per il piano Transizione 5.0 sono in dirittura d’arrivo: l’approvazione della richiesta italiana è attesa probabilmente entro l’Ecofin in programma per l’8 dicembre.
Il via libera di Bruxelles consentirebbe al MIMIT di incrementare le risorse già destinate nella manovra di bilancio a Industria 5.0 (non ben quantificate), utilizzando questi ulteriori 4 miliardi in favore delle imprese italiane che investono in tecnologie green.
Ricordiamo che, fino ad oggi, il Piano Transizione 4.0 – oltre che sulle risorse provenienti dal bilancio statale – ha potuto contare su 13,8 miliardi previsti per il biennio 2021-2022 nel PNRR, cui si sono aggiunti poco più di 5 miliardi dal Fondo Complementare al Recovery Fund. Questi fondi si sono esauriti presto e hanno contribuito alle performance positive del PNRR nel primo anno.
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